mercoledì 23 maggio 2018

Intervista a GIOVANNI PAOLINI

Intervista di Gregorio Andreini



Ciao, intanto ci dici come ti chiami e di dove sei?
Mi chiamo Giovanni Paolini, sono nato a Monte Porzio (PU) il 22/09/50. Nel 1962 a 12 anni da questo paesello ci siamo trasferiti a Fino Mornasco, ridente paesino vicino a Como, dove siamo rimasti fino al 1967. Poi non contenti ci siamo trasferiti a Milano ed infine da 2 anni vivo a Lodi, sposato felicemente e ho due figli meravigliosi. La famiglia è una cosa molto importante nella vita.

Quando hai iniziato a fotografare?

La fotografia è sempre stata il mio hobby e la mia passione. Ho cominciato più seriamente ad interessarmi della tecnica sia di ripresa che di stampa dalla nascita di mia figlia Roberta nel 1978. Per migliorare le mie foto ho cominciato a leggere libri fotografici, a frequentare il Circolo Fotografico dell’Alfa Romeo ed il Circolo Filologico Milanese. Era il periodo che i circoli fotografici erano in piena attività e con molto impegno organizzavano corsi, concorsi, mostre, gite ed altro. “Bei tempi” di grandi sogni, adesso invece abbiamo grandi utopie. Stampavo le mie foto in bianco e nero in cantina con un ingranditore russo, il mitico UPA 6 a valigetta e partecipavo con spirito costruttivo a tutte le iniziative. Volevo migliorare la qualità sia estetica che tecnica delle mie fotografie. Penso di essere riuscito a crescere molto ascoltando i consigli degli altri, ma soprattutto andando a vedere quello che già si era fatto, andando per mostre, leggendo libri e riviste fotografiche. Ricordo certi bei numeri di Progresso Fotografico, Photò, Fotopratica, Tutti Fotografi, Il Diaframma.

Urban Vision
 Fotografi per lavoro o per diletto?
Sono fortunatamente un fotoamatore per diletto non ho nessuno che mi possa dire cosa e come fotografare. Non riuscirei mai a fare fotografie di matrimonio a pagamento, non so costruire e impostare le luci per una foto in studio, mai fatte.

Donne speciali
 Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Amo molto quel genere di fotografia che io chiamo Urban Vision, le visioni della città in tutte le sue espressioni, il suo effimero, il suo essere in costante divenire, mi lascio sempre suggestionare da tutto ciò che emana luce, sentimento emozione. Il mio scopo è catturare l’essenza, l’anima della gente e delle cose.  Credo sia proprio questo il senso della fotografia nei miei scatti.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, sono un autodidatta. Penso di essere riuscito a crescere molto ascoltando i consigli degli altri, ma soprattutto andando a vedere quello che già si era fatto, andando per mostre, leggendo libri e riviste fotografiche. Ricordo certi bei numeri di Progresso Fotografico, Photò, Fotopratica, Tutti Fotografi, Il Diaframma Fotografare, Progresso Fotografico, Foto Pratica, Photò. Insomma, mi informavo e così ho cominciato a scattare, sviluppare e stampare da solo!

stupid creates

Urban vision
Cosa rappresenta per te a livello emotivo la fotografia?
Sinceramente non penso a niente quando fotografo. La mia mente si svuota di tutti i pensieri e come se sgombrassi il mio cervello da tutti i condizionamenti esterni, dimentico le mie ansie le mie paure, sto lì   se vedo una situazione e aspetto che   prenda   vita. Fotografare vuol dire avere molta pazienza. Penso di avere una predisposizione particolare che mi fa captare il momento dello scatto, il momento che fa sì che una fotografia viva veramente. "La mia mente è facilmente suggestionabile dalle sollecitazioni esterne.  Come una spugna che assorbe gli stimoli artistici di tutti i generi ma poi al momento di scattare fotografie si svuota da tutto e il mio inconscio prende il sopravvento e ci sono solo io e il mondo “.

Dinamismo culturale
Urban  vision

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Frequento molto i musei e le gallerie d’arte moderna e contemporanea. Mi piace vedere l’arte come elaborazione autonoma della mente umana e mi piace gustare le creazioni che hanno in loro una potenza espressiva emotivamente coinvolgente e che facciano intuire il lavoro di analisi e crescita artistica dell’autore, partire dal basso per raggiungere le vette della creazione. Uno degli artisti che più amo è Paul Klee. Egli sosteneva che essendo l’uomo immerso nella realtà quello che percepisce è sempre e comunque una reazione di tipo emotivo a ciò che lo circonda.  Mi piace Mondrian che Apollinaire considera un cubista molto astratto. Mi piace Egon Schiele con la sua immagine del mondo tetra e malinconica. Fotograficamente parlando il mio mito è Mario Giacomelli che ho conosciuto personalmente. Un artista a tutto tondo capace di far trasparire le emozioni dai suoi scatti che sono stati innovativi e potenti, la poesia raccontata da immagini. Ma ci sono artisti che seguo con interesse come Robert Mapplethorpe, artista prima ripudiato come osceno poi accolto da collezionisti e grandi musei, Jeanloup Sief   ed i suoi scatti che sono elogi alla perfezione delle forme e della bellezza femminile. Chiaramente   mi piacciono tutti i maestri come Cartier Bresson, Berengo Gardin, Paolo Monti, Elliot Erwitt, Franco Fontana, Robert Doisneau. Mi piace molto  Francesca Woodman. Ci sono molti altri giovani artisti che ammiro e seguo con interesse, delle giovani promesse tipo Angelo Zzaven e Maria Giulia Berardi che mi piacciono molto.

pretesti rid

Un incontro importante nella tua esperienza?
Fotograficamente parlando aver conosciuto personalmente Mario Giacomelli è stata un’esperienza entusiasmante. Io ho frequentato per 15 anni il campeggio Summerland di Senigallia. Lui era uno dei gestori e veniva tutti i giorni al campeggio ed era una persona speciale. Parlava di vita di morte, di amore di fotografia con un’intensità particolare era una persona speciale. Gli ho anche fatto vedere le mie fotografie e le sue parole di apprezzamento mi hanno gratificato molto.

surrealismo in b&w
ritratto in piazza Duomo MI


Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
La mia esperienza fotografica parte proprio dal minimo: una Zenit M russa. Poi ho comprato 2 Canon At1   complete di obbiettivi 28 -50- zoom 70 /150 - 300 che attualmente fanno bella mostra nell’universo delle mie macchine fotografiche da salotto. Sviluppavo il negativo, stampavo le mie immagini in bianco e nero in camera oscura. Usavo un ingranditore russo il mitico UPA 6, un ingranditore smontabile che ho ancora non era il massimo ma avevo cambiato l’obbiettivo e fino al formato 30x40 ottenevo buoni risultati. Ricordo con rimpianto quei momenti quando l’immagine prendeva forma e appariva nello sviluppo, momenti impagabili. Attualmente uso una Panasonic Lumix FZ 150 e ho anche una FZ 28, tutte e due le uso sempre con un monopiede hanno uno zoom potente e occorre essere stabili. Tre mesi fa ho comprato una reflex Canon, non mi ricordo neanche il nome con un 18-70. L’ho regalata a mio figlio. Non posso fare a meno di usare uno zoom potente per le mie ricerche fotografiche .

Urban portrait
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato/a?
Penso che sia uno degli scatti che più amo quello con mia figlia Roberta che adesso ha 38 anni.  

Mia figlia
Quali sono le tue tappe piu  significative? 
Direi che agli inizi è stato importante il frequentare il circolo Filologico Milanese. Negli anni ’80-‘90 mi ha fatto capire tante cose. Mi ha insegnato molto sia a livello fotografico ma anche a livello umano. Ho conosciuto splendide persone, il dialogo e la discussione che avevamo mi ha fatto crescere molto fotograficamente. Sono di quegli anni alcune fotografie a cui tengo moltissimo. Poi ho avuto problemi lavorativi e negli anni ‘90 avevo quasi smesso di fotografare: pochi scatti niente sviluppo e stampa. Ho ricominciato a fotografare con l’avvento del digitale: piano piano con le prime piccole compatte, poi con una Bridge Fuji ed adesso con le Lumix di cui sono abbastanza contento. Questo fatto di poter sperimentare senza spendere tanti soldi mi piace molto. Amo molto il digitale anche se mi manca la stampa ma la post-produzione mi prende molto e ormai la qualità delle immagini è paragonabile alle stampe analogiche. Poi ormai l’uso del web per far vedere agli altri quello che fai è inevitabile.

Urban Vision 10

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?   
Non faccio mai progetti ma spero che la creatività mi porti a vedere e realizzare cose nuove. Evolversi credo sia la cosa più importante per un artista (artista parola grossa). Vivo alla giornata, continuano le mie ricerche sulla città ma da quando mi sono spostato da Milano è diventato tutto più complicato. Lodi è una piccola cittadina e l’effimero urbano è molto più ristretto e meno effimero. Tutto è molto lento e quindi meno interessante. Sarò costretto a inventarmi qualcosa.  Se non fotografo mi sento come se mi mancasse l’aria, quindi qualcosa farò.




Urban  vision  1


Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?    
Ho fatto nel 1984 una mostra al Circolo Filologico Milanese di cui sono molto fiero e dopo 34 anni poco tempo fa ho fatto una mostra al circolo Fotografico Cizanum di Cesano Boscone (MI). In entrambe le mostre ho usato la presentazione scrittami da Emilio De Tullio che allego: per il mio fotografare mi calza a pennello. Ho esposto tante volte con mie personali alla Galleria Trasparente a Milano in Porta Venezia alla fermata della Metropolitana. Ho fatto tante   collettive negli anni ‘80 con il circolo Filologico Milanese e con il Circolo Fotografico Alfa Romeo. Poi con l’avvento del web ho fatto mostre collettive con il Circolo Micromosso prima, poi con il FIAL e ultimamente con il Gruppo Photomilano al Museo Francesco Tadini, quest’ultima davvero una bella realtà del Web. Ho partecipato all’esposizione del 2016 a Lucca di We Love Photo Circuito Off ed al Circuito Off del Festival della Fotografia Etica di Lodi. Ricordo le mie mostre “Pretesti”.

Urban vision 2



Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?   
Negli anni ‘80 facevo molti concorsi fotografici con risultati più che soddisfacenti poi ho smesso. É sempre di quel periodo la pubblicazione di un bell’articolo e molte foto sulla rivista Fotopratica. Attualmente sono molto contento e gratificato della partecipazione ad alcuni gruppi su Facebook e a qualche sito web dedicato alla fotografia. Devo dire che il mio lavoro sembra interessare qualcuno.







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Quanto tempo dedichi alla fotografia?  
Dedico molto tempo alla fotografia, non passa giorno che non mi interessi di immagine, amo scattare e poi elaborare le immagini al pc. Da quando sono in pensione la fotografia è la mia vita. Sicuramente non passa giorno che non mi interessi di fotografia. Se non avessi questa passione sarei il classico pensionato che sta a guardare i lavori in corso.

Urban vision 5
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza 
Un episodio curioso è quando a Milano mi ha fermato la polizia mentre fotografavo in Corso Vittorio Emanuele e con fare scortese e scorbutico mi ha detto: “Lei fotografa le donne!”. Ciò mi ha proprio fatto infuriare e ho risposto in malo modo, quasi mi arrestavano ma non possono permettersi secondo me di comportarsi così: mi chiedi i documenti e fai tutti i controlli che vuoi ma con educazione e rispetto della persona.

Urban vision 6

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?    
Devo dire che gli scatti del periodo ‘80-‘90 mi affascinano ancora, soprattutto perché stampati da me in camera oscura. Ma penso di aver cambiato molto il mio vedere fotografico. Sono diventato più istintivo e più perfezionista. Amo le composizioni in cui nulla è lasciato al caso, scattare a caso ma non lasciare nulla al caso come dice Emilio.











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Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?    
Ho  un sito  fotografico non molto aggiornato: www.gpaolini.it;

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Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.  
La fotografia è un mezzo per raggiungere un fine: un'immagine che abbia uno scopo e un'idea. L'apparecchio fotografico uno strumento per esplorare i fatti e le emozioni, per mostrare come la gente vive e ciò che sente, un mezzo per raccontare una storia. La fotografia può essere insegnata soltanto in parte: la parte della tecnica fotografica. Tutto il resto deve venire dal fotografo. Ciò che un corso o un libro possono fare è di guidare i fotografi nella direzione giusta, mostrando loro ciò che la fotografia può dare se è coltivata con intelligenza e immaginazione. Se sapete dove volete arrivare e come arrivarci, tocca a voi andare avanti. Le regole e le istruzioni sono per i tecnici: chi è capace di creare deve tracciarsi la strada da sé. Il pensiero che mi sento di condividere con chi si avvicina alla fotografia e quello di studiare, studiare e studiare i grandi della fotografia. É già stato fatto tanto, quindi bisogna sapere per poi magari trovare una propria visione del mondo. Occorre comunque avvicinarsi alla fotografia con molta onestà, vedere sempre le proprie fotografie con uno spirito critico.

Urban vision 9

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?                                                                             
Ringrazio lo staff di FIAL che con il suo assiduo impegno contribuisce in maniera sana e costruttiva alla divulgazione del vedere fotografico, alla fotografia come vita comunitaria in comunione e armonia. Mando un caro saluto a tutti.

sabato 19 maggio 2018

19^ Foto della settimana "Valentina Pesce‎"

RECENSIONE di Paolo Bini
“Valentina Pesce‎ con questo scatto semplice e diretto, ha voluto raccontare quanto un semplice gesto possa avere un grande significato, l'amicizia, la complicità negli sport ma anche in momenti di vita. La scelta di soggetti di colore diverso da ancora piu importanza al gesto. L'immagine è piacevole alla vista grazie alla scelta dello sfondo neutro, senza distrazioni l'osservatore rimane concentrato sul gesto rappresentato."

Ph di: Valentina Pesce‎

La foto della settimana viene scelta da un team di moderatori sul gruppo FB Foto in Assoluta Libertà "FiAL" valutando tutte le foto postate nell'arco della settimana.

sabato 12 maggio 2018

18^ Foto della settimana "Fulvio Abbattista"

RECENSIONE di Davide Lorenzoni
“In questa foto di 
Fulvio Abbattista la cosa che subito colpisce è il contrasto tra i toni luminosi della foto e l'espressione intima ed introspettiva della protagonista. Questo contrasto ci lega e ci fa tornare ad ammirare l'opera in cerca di risposte, che però possono essere solo indovinate. Tecnicamente eccellente il viraggio in bianco e nero dona carattere e rimuove distrazioni, lasciandoci in balia di emozioni forti, non diluite"

Ph di: Fulvio Abbattista

La foto della settimana viene scelta da un team di moderatori sul gruppo FB Foto in Assoluta Libertà "FiAL" valutando tutte le foto postate nell'arco della settimana.

sabato 5 maggio 2018

17^ Foto della settimana "Saro Di Bartolo"

RECENSIONE di Giovanna Cavallo
" Foto di 
Saro Di Bartolo. Le foto di Saro sono racconti perfetti. Ormai ci ha abituati a leggere storie attraverso un solo scatto come solo i grandi sanno fare. E qui non si smentisce. Perfetta nella composizione e nella delicata cromia, la nostra attenzione è immediatamente catturata dallo sguardo intenso della donna che ci rivela tutto di lei e della sua condizione. Impeccabile come sempre, una foto che non passa inosservata. Complimenti!"

Ph di: Saro Di Bartolo

La foto della settimana viene scelta da un team di moderatori sul gruppo FB Foto in Assoluta Libertà "FiAL" valutando tutte le foto postate nell'arco della settimana.