lunedì 17 settembre 2018

Intervista a GIOVANNA CAVALLO

Intervista di Gregorio Andreini



Ciao, intanto ci dici come ti chiami e di dove sei?
Mi chiamo Giovanna Cavallo. Sono nata a Genova dove tutt’ora vivo e lavoro.
Quando hai iniziato a fotografare?
Ho sempre avuto la passione per la fotografia, forse ereditata da mio padre che più o meno verso i 16 anni mi mise in mano una Rolleiflex. Poi la nascita di una figlia ti fa aumentare il desiderio di immortalarla nei momenti cruciali della crescita, ma diciamo che in maniera più continuativa e più “seria” sono circa 10 anni.




Fotografi per lavoro o per diletto?
Fotografo sempre per diletto, anche quando mi capita di farlo per lavoro.


Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non ho un genere specifico ma sicuramente dei “gusti” che mi fanno propendere più per un tipo di fotografia piuttosto che per un altro.  Amo l’umanità in tutte le sue declinazioni: dalla street, ai ritratti, ai lavori in studio e quindi anche in un paesaggio la presenza umana può essere per me un valore aggiunto. Amo i volti, le espressioni ed è forse per questo che mi sono avvicinata alla fotografia di scena. Teatro, musica, danza.


Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, mai, ma ho avuto l’opportunità di fare gavetta sul campo, frequentando chi sapeva fotografare meglio di me. Ho fatto tesoro di ciò che vedevo e imparavo attraverso chi aveva più capacità ed esperienza.

Cosa rappresenta per te a livello emotivo la fotografia?
Per citare uno che di foto ne sapeva: “fotografare è una maniera di vivere” (HCB).

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Tanti, avere un minimo di cultura fotografica è importante. Diciamo che potrei fare un elenco che va dal succitato Cartier-Bresson, a Berengo Gardin, Giacomelli, Scianna, Salgado ma anche Anne Leibovitz, Monika Bulaj o Letizia Battaglia che ho avuto il piacere di incontrare entrambe recentemente al mio circolo. Insomma, non c’è fine.









Un incontro importante nella tua esperienza?
Se parliamo di incontri con gente “comune” ti direi chi ha creduto in me portandomi con sé a fotografare e mi ha permesso di crescere. Se parliamo di incontri con gente “importante” ho avuto la fortuna di incontrarne più d’uno, cito su tutti ancora Letizia Battaglia anche perché è la più recente. É una donna straordinaria e avere l’opportunità di trascorrere con lei una mezza giornata a tu per tu è impagabile.



Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
A parte la Rollei con cui indegnamente ho iniziato, sono poi passata alla Pentax. Nel passaggio al digitale la mia attrezzatura è sempre stata Canon e attualmente ho una Canon 5d Mark III che adoro.


Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato/a?
Come si dice in questi casi… quelli che devo ancora fare.

Quali sono le tue tappe significative?
Sicuramente l’appartenenza a Circoli Fotografici è importante in un percorso di crescita. Ti aiuta nel confronto e ti da stimoli continui. Conseguentemente aver avuto l’opportunità di entrare nel circuito teatrale e avere la possibilità di incontrare, conoscere e fotografare persone che ti arricchiscono anche come essere umano. Con la cultura non si mangia, si usa dire purtroppo, ma è un cibo fondamentale in realtà.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Se mi chiedi qual è il mio sogno nel cassetto ti rispondo un libro, molto più che una mostra. Si, quello mi piacerebbe tanto!

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Sì, per fortuna l’elenco è lungo. Dico solo grazie a FIAL perché molte sono merito loro.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Se intendi riconoscimenti strettamente fotografici nel senso più canonico del termine ho vinto il primo contest FIAL come miglior portfolio, ho partecipato con buon riscontro al Circuito OFF Lucca 2017 ed ho avuto diverse pubblicazioni su riviste on line.  Se invece consideriamo le fotografie su committenza scattate in occasione di spettacoli teatrali o musicali, sì spesso mi vengono richieste da quotidiani o da riviste oppure utilizzate come manifesti, locandine, rassegne stampa o blog degli artisti in questione.  Ne cito uno per tutti nel luglio 2016 il settimanale Gioia ha pubblicato un servizio utilizzando mie fotografie.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Tutto o quasi il mio tempo libero.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Me ne vengono in mente due. Il primo è la timidezza e l’imbarazzo nel mostrare le mie prime foto al Circolo di fronte ad un grande e importante Foto Editor. Il secondo è quando il grande Moni Ovadia mi ha detto “E’ sempre un piacere farmi fotografare da lei”.

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Per fortuna li vedo “datati”.  Vedere che c’è un’evoluzione nel proprio modo di scattare è sempre piacevole. Spero che possa essere sempre così.     
  
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Non ho ancora un sito mio (la pigrizia mi blocca, ahimè). Quindi principalmente su Fb e qualcosa su Instagram. 

 Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.  
Consiglierei il mio percorso: guardare, imparare, apprendere, uscire a fotografare con chi ha più esperienza. Con umiltà sempre ma con determinazione e fiducia in se stessi. 

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Il ringraziamento in questo caso va soprattutto agli Amministratori di Foto in Assoluta Libertà per tutto quello che fanno, per le opportunità che offrono e per la capacità che hanno di gestire un gruppo che diventa ogni giorno più grande e di qualità. Un grazie anche alla Fotografia, amica delle mie giornate e a chi mi apprezza.